Come si conciliò la cultura professionale della polizia con un regime totalitario come quello fascista? Quanto e come il fascismo cambiò la polizia?
Le fonti prodotte dalle istituzioni poliziesche – rapporti, relazioni, schedature ecc. – sono molto usate dagli storici. Ma troppo raramente questi si sono interessati alla vita della polizia come istituzione dentro il Ventennio.
Grande attenzione è tradizionalmente portata ad alcuni suoi reparti speciali (si pensi all’OVRA) ma ancora troppo poco ne sono stati oggetti di studio l’organizzazione, il funzionamento, il personale, le mentalità.
Mettere a disposizione dei lettori e degli studiosi un’antologia de “Il magistrato dell’ordine” – unica rivista scritta da funzionari di polizia per i poliziotti ad essere autorizzata dal fascismo – può dare un importante contributo a conoscere meglio come era fatto, e come era cambiato, uno dei fondamentali strumenti di controllo e di repressione del regime. Può aiutare anche a intendere attraverso quali continuità, e quali discontinuità, dalla polizia dell’Italia liberale si arrivò infine alla polizia della Repubblica e della democrazia.
Nicola Labanca insegna Storia contemporanea all’Università di Siena. È Presidente del Centro Interuniversitario di Studi e Ricerche Storico-Militari.
Michele Di Giorgio è assegnista di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Siena. È autore di Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della pubblica sicurezza, 1969-1981 (2019).