Nel volume si esamina il ruolo che nel pensiero di Aristotele, considerato nel suo sviluppo storico, riveste la nozione di sostanza individuale, indicata nelle Categorie come «un certo questo» e successivamente come sinolo di materia e forma, determinazioni cui corrispondono quelle di potenza e atto.
Si mostra che nella materia è sempre presente a livello potenziale la forma, per cui essa non è mai pura potenza: né come materia prossima, né come materia metafisicamente intesa e neppure come materia prima, di cui viene ribadita l’esistenza riprendendo e ampliando analisi svolte nell’edizione italiana del De generatione et corruptione; si mostra altresì che la forma è indefettibile.
Alla luce di queste risultanze si mostra infine l’incongruità di pensare che per Aristotele l’essere della sostanza individuale è pura presenza, snaturando in tal modo il suo essere la base di una metafisica dell’esperienza.
Marcello Zanatta (1948) è professore ordinario in quiescenza di Storia della Filosofia Antica nell’Università della Calabria.
Specialista di Aristotele, vi ha dedicato cinque monografie e ha redatto l’edizione italiana di molti suoi trattati.
I suoi studi coprono altresì ampi ambiti del pensiero antico. È direttore delle collane “Questioni di Filosofia Antica” e “Vette Filosofiche” presso l’editore Unicopli, e della collana “Philosophia ton Palaion” presso l’editore Aracne di Roma.